martedì 8 novembre 2011

Compriamo il nostro debito


«VENGO DALLA MEZZADRIA, I MEZZADRI NON SI INDIGNANO MAI, SEMINANO IL GRANO, LO BAGNANO, LO RACCOLGONO».


Giuliano Melani invita a sottoscrivere i Btp «Compriamo il nostro debito. Rechiamoci in banca, mandiamo a ruba i nostri titoli di Stato»

MILANO - «C' è Matteo Renzi che mi aspetta sull' altra linea». È la giornata sotto i riflettori di Giuliano Melani, responsabile di una società di leasing, che collabora con una grande banca italiana, toscanaccio di 51 anni dalla parlantina facile residente a Valenzatico (frazione di Quarrata in provincia di Pistoia), che ieri ha attirato l' attenzione inizialmente dei lettori del Corriere della Sera e poi di mezza Italia, che l' ha contattato o ha cercato di farlo: gente comune, giornalisti, ma per l' appunto anche il sindaco di Firenze. Tutto è cominciato con l' acquisto di una pagina sul quotidiano di via Solferino per lanciare un' appello ai «concittadini, amici, fratelli di questa stessa nazione che si chiama Italia e che tutti amiamo»: «Compriamo il nostro debito. Rechiamoci in banca, mandiamo a ruba i nostri titoli di Stato». Melani calcola che «ogni anno ci viene chiesto di sottoscrivere o per meglio dire "rinnovare" il debito per circa 260/270 miliardi. Sono circa 4.500 euro a persona. Lo so che le medie ci fanno fessi ma state sicuri che molte persone dispongono di queste quantità». E lui farà la sua parte, anche un po' di più: «Lunedì mattina - scrive - comprerò 20 mila euro di Btp». In calce all' annuncio ha messo i propri riferimenti, numero di cellulare e indirizzo email. Il perché di questo gesto eclatante è spiegato nell' annuncio: «Voglio essere uno dei portatori sani della soluzione» alla crisi del debito pubblico nazionale, che sta mettendo in ginocchio il Paese. Il motivo lo ribadisce poi a voce: «Combattere il senso di impotenza. 
Il debito? Abbiamo i soldi per accollarcelo. Possiamo aiutarci da soli. E se lo facciamo saremo imbattibili. Avremo vinto, non dipenderemo più dalle decisioni di Papandreou o della Merkel». Era da un po' che Melani ci pensava, «alcuni amici ne erano entusiasti altri mi chiedevano perché volevo buttare via i miei soldi nell' annuncio». Poi mercoledì mattina «mi sono svegliato alle 6 e alle 7.30 per strada ho incontrato Giordano, un contadino di 83 anni che incrocio spesso - vivo in campagna -. Gli ho detto: vado a parlare alla nazione». L' effetto della pubblicazione è stata un' onda di «emozione, ho sentito che la gente - racconta - ha voglia di qualcosa di pulito. Ho percepito la sensazione che i cittadini sono orgogliosi di esserci». Melani rifiuta l' etichetta di indignato: «Vengo dalla mezzadria, i mezzadri non si indignano mai, seminano il grano, lo bagnano, lo raccolgono. Dobbiamo salvare il Paese, va messo in sicurezza l' edificio che sta crollando. Se continuano a salire i tassi d' interesse sul debito, tutte le manovre che facciamo saranno bruciate». Il suo obiettivo, in questo momento, non è la politica: «Tanto resta sempre quella degli Scilipoti». Melani si definisce un «liberale» delle origini, perché poi «le due teorie socialista e liberale si sono inquinate a vicenda» e sta scrivendo un saggio «sui difetti tecnologici della democrazia». Ama leggere Rosmini, von Mises, von Hayek, ma anche Pietro Piovani, Antonio Zanfarino, Michael Novak ed Einaudi. «Ho sempre avuto passione politica, sono laureato in Scienze politiche - racconta - ma non mi sono mai candidato. Non ho mai trovato con chi riconoscermi». E così negli anni 80 ha fondato una lista civica per il Comune di Quarrata («prendemmo il 23%, tre consiglieri su venti») e tempo fa un' altra lista civica per le Comunali di Pistoia. «Ho partecipato anche alla raccolta firme per i 25 referendum presentati in una sola volta dai Radicali». Ora Melani vuole cercare di risolvere il problema del debito. E se il suo appello dovesse cadere nel vuoto, «è un problema dei cittadini, perché se una persona sta male e io cerco di salvarla ma si rifiuta, io sono a posto, ho fatto il mio dovere, sono un uomo libero». Francesca Basso RIPRODUZIONE RISERVATA **** La scheda L' annuncio Sopra, la pagina del «Corriere» acquistata da Giuliano Melani (a sinistra) con l' annuncio che invita i cittadini a comprare i Btp per risolvere il problema del debito L' intervento Scrive Melani: «Vi prego, smettiamo di vivere in questa eterna paura e mancanza di speranza». «Ogni anno ci viene chiesto di "rinnovare" il debito per circa 260/270 miliardi. Sono circa 4.500 euro a persona».

venerdì 4 novembre 2011

I politici

I politici li ho conosciuti e ho persino lavorato per loro: il più basso livello di umanità concepibile. Un politico produce in media il doppio delle feci di un uomo comune. Iperattività della funzione intestinale a scapito di quella cerebrale, che dimostra la loro inferiorità fisiologica.
Il politico vive in uno stato di perpetuo imbarazzo intestinale dovuto all'eccesso di alcolici e di quelle salsicce di maiale di cui si ingozza. Con le sue risate fragorose e sgraziate, la sua torbida ilarità gutturale, translucido di grasso perenne che ne unge il viso e le membra come l'olio sulla pelle degli atleti da circo antico.
L'abuso di alcool rende i politici incapaci di avere la minima idea della loro volgarità, ma il superlativo di questa volgarità è che non si vergognano di essere politici. C'è chi ha detto che hanno abusato di due grandi narcotici europei: l'alcool e il cristianesimo!
Si ritengono profondi perchè la loro lingua è vaga, non ha la chiarezza di quella italiana e non dice mai esattamente quel che dovrebbe, così che nessun politico sa mai quello che voleva dire... e scambia questa incertezza per "profondità".

sabato 13 agosto 2011

Quando saro' capace di amare

Non insegnate ai bambini

Stragil



fonte http://alter.spinoza.it/colorz/2011/08/03/la-pillola-degli-anni-dopo/

RUBRICA: "ah non ti va?"

fotgrafie

READY 2 ROCK

I perche' di Londra



Le rovine dei palazzi incendiati dalle rivolte urbane in Gran Bretagna ancora fumano e il Paese, assieme al resto del mondo, si interroga. Compito arduo, cui è necessario far fronte senza pregiudizi. Una certezza, sopra a tutto: le rivolte inglesi dell’agosto 2011 non sono motivate dalla fame. Gli obiettivi della razzia e degli atti vandalici sono stati soprattutto negozi di articoli elettronici e di abbigliamento sportivo. Zoe Williams sulle colonne del Guardian, nota che, se i rivoltosi si fossero accaniti sulle vetrine di Gucci o di Tiffany, si sarebbe almeno potuto dare al loro agire una parvenza di connotazione politica. Invece “il tallone d’Achille dei casseurs è proprio nel dimostrare di essere andati alla ricerca di oggetti che evidentemente desidererebbero possedere”. 

La Williams cita la testimonianza di Claire Fox, attivista di sinistra e testimone oculare: “la rivolta aveva tutta l’aria di essere nichilista, le persone non apparivano motivate politicamente ne' dimostravano alcun senso della comunita' o della solidarieta' sociale”. Pare che a Clapham Junction l’unico negozio che si è salvato è stato Waterstone’s (una catena di librerie), mentre inspiegabilmente dagli scaffali di Boots (una parafarmacia) sono state razziate grandi quantità di Imodium: con un pizzico di umorismo, Williams aggiunge che “ce n’era abbastanza per tenere vivo un feed di Twitter sul livello di istruzione dei rivoltosi e sui loro disturbi intestinali”.


Una rivoluzione di potenziali consumatori frustrati, dunque? Senz’altro. Ma non dimentichiamo il valore simbolico che il consumo ha assunto nel nostro mondo post-moderno. Lo spiega Alex Hiller della Nottingham Business School: “Se ci si rifà a Baudrillard ed ad altri autori che scrivono di sociologia del consumo, [si capisce che il consumismo] è una falsificazione della vita sociale. La pubblicita', in effetti, promuove un luogo di fantasia. Anzi, il consumismo si basa proprio sull'essere scollegati dal mondo reale”. Dunque, una delle ragioni delle esecrabili condotte viste in questi giorni per le strade della Gran Bretagna potrebbe proprio essere una forma di rivalsa, non solo  materialistica, verso un destino apparentemente fatto solo di disoccupazione, emarginazione e degrado. 

Cio' valga anche come frammentaria, ma preoccupante, spia dell'annichilimento dei valori civili e sociali che dovrebbero essere le pietre angolari delle grandi democrazie europee: Londra chiama Parigi. L’emancipazione, anziche' per teorie e pratiche di liberazione, sembrerebbe aver preso la brutta scorciatoia del consumo, un consumo a cui l'uomo della strada sente di avere diritto ad ogni costo, anche quello di affogare il suo proprio futuro e quello della comunità di appartenenza. Da questa angolazione, e' di grande utilita' la testimonianza sul campo resa dalla celebre filantropa di origini iraniane Camila Batmanghelidjh sulle colonne dell’Indipendent. L'insorgenza di strutture parallele illegali dirette contro le istituzioni (le gang, ad esempio) e' spesso la triste conseguenza dell'atteggiamento cieco o rinunciatario delle istituzioni. La vivace e corpulenta signora racconta di servizi sociali incapaci di assistere le madri in difficoltà; di centri contro il disagio psichico dove i pazienti non hanno niente di meglio che strappare la carta da parati; di dipendenti dei centri per la gestione del disagio giovanile barricati dentro le loro stanze perché giovani disturbati la fanno da padroni con i loro atteggiamenti da teppisti e i loro cani feroci; di giovani donne che all’interno dei casermoni devono fare lo slalom con i passeggini per evitare le siringhe e i preservativi usati, mentre all’ interno degli ascensori il minimo è dover sopportare il lezzo di orina - anche se qualche volta si rischia lo stupro. Questa deprimente carrellata  serve almeno a capire che qui non si tratta di un caso eccezionale di attacco alla dignità, quanto piuttosto un’umiliazione sistematica, quella appiccicata addosso a persone prive di quasi tutto in una società che [nel reale e nell’immaginario appare piena di cose”.


Il grido di dolore della Batmanghelidjh consente di comprendere, senza peraltro penose giustificazioni da intellettuali nella torre d'avorio, che nei sobborghi si sia sviluppato un humus propizio alla violenza. Ma altri commentatori hanno voluto dare una lettura più “di testa” della crisi esplosa in questi giorni. Secondo lo scrittore Ian Leslie, l’esplosione virale di violenza e' motivata da due ordini di fattori distinti, ma convergenti: da un lato la disgregazione sociale, che rende le persone meno soggette alle norme delle proprie comunita' ed in generale piu' vulnerabili all’influenza proveniente da persone con cui non hanno relazioni stabili (tipiche quelle sviluppate attraverso i social network). E dall’altra, una ragione tecnica (si è parlato della rivolta dei BlackBerry): una società perennemente connessa alla Rete è sottoposta ad un'orgia di informazione e di stimoli che finisce “rendere impossibili i circuiti di feedback e depotenziare la responsabilita' individuale”.


Il sito di neuroscienza MindHack, infine, fornisce una chiave di lettura per interpretare l'esplosione virale della violenza, usando un semplice esempio. Se siamo in un autobus, infastiditi per nostre ragioni personali, ma anche indispettiti dal suono delle cuffiette dei ragazzini davanti a noi, dalle chiacchiere dei vecchietti diretti al mercato, e in generale dalla folla e dal caldo, difficilmente ci sentiremo “affini” al nostro prossimo. Ma se si verificasse un attacco contro l'autobus, improvvisamente faremmo idealmente corpo anche con il piu' sgradevole dei nostri compagni di viaggio al fine di fronteggiare la minaccia esterna. Secondo MindHack, un atteggiamento della polizia indiscriminatamente violento produce coesione su una folla di persone eterogenee e delle quali, è scientificamente provato, quelle veramente pericolose sono una minoranza identificabile. Sembrerebbe dunque che gli intellettuali britannici siano molto  preparati sulle origini sociali e psicologiche della bomba esplosa a Londra, e che siano anche attrezzati per gestirla nel modo in modo freddo e razionale. Non si può dire, però, che la loro voce si sia fatta strada nelle orecchie e nei cuori dei politici.


Fonte: http://altrenotizie.org/esteri/4207-i-perche-di-londra.html


Il commento a caldo: Cortocircuito nel sistema... I robot non rispondono agli ordini... Resettare!


Proprio come il pifferaio magico
che porta i ratti per le strade
Noi balliamo come le marionette
Ondeggiando con la Sinfonia della Distruzione.

                                                                (Megadeath)

Il debito pubblico italiano



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RUBRICA: "ah non ti va?"


Uno sport per tutti

Via alla manovra

Nel Cdm approvazione all'unanimità delle misure anticrisi. Ecco un quadro delle misure, che Tremonti si è impegnato a chiarire meglio domattina.

AUMENTO IRPEF AUTONOMI OLTRE 55MILA EURO
Un aumento della quota Irpef per gli autonomi, forse a partire dall'attuale 41% per i redditi oltre i 55.000 euro. La misura, inizialmente prevista per 2-3 anni, potrebbe essere a carattere permanente.

A RISCHIO TREDICESIMA STATALI
I dipendenti delle amministrazioni pubbliche che non rispettano gli obiettivi di riduzione della spesa potrebbero perdere il pagamento della tredicesima mensilità.

TFR RITARDATO 2 ANNI PER STATALI

Il pagamento con due anni di ritardo dell'indennità di buonuscita dei lavoratori pubblici è un'altra delle misure prevista nella bozza di decreto.

TAGLI AI COSTI DELLA POLITICA
Nel provvedimento non si parla di ridurre il numero dei parlamentari e i loro privilegi (ad eccezione dei voli in classe economica per deputati e senatori, amministratori pubblici, dipendenti dello stato, componenti di enti ed organismi), ma si interviene sulle "poltrone" locali". Intervenendo in conferenza stampa a Palazzo Chigi Berlusconi ha però sostenuto che in realtà "ci sono numerosi interventi, credo anche eccessivi rispetto a ciò che sarebbe giusto, ma abbiamo seguito i desiderata dei cittadini che guardando alle loro condizioni hanno ritenuto che i politici e i parlamentari avessero entrate eccessive". In particolare, ha spiegato il premier, si è intervenuti "in tutte le direzioni". "Il numero di poltrone eliminate - ha aggiunto - è importante, intorno alle 54 mila".  Altra misura, stando alle indiscrezioni, sarebbe quella relativa al contributo di solidarietà. Secondo quanto riferito da fonti governative, è previsto infatti un "contributo di solidarietà" anche per deputati e senatori pari al 10% per i redditi superiori ai 90 mila euro ma inferiori a 150 mila, e del 20% per quelli superiori a 150 mila euro. Esattamente il doppio di quanto previsto per i dipendenti pubblici e privati. Inoltre, per i dipendenti 'normali' il contributo è deducibile, mentre per gli 'onorevoli' non lo sarà. Infine, viene ridotta del 50% l'indennità per il parlamentare che ha un reddito uguale alla stessa indennità. Infine la decisione che saranno solo in classe economica i voli per parlamentari, amministratori pubblici, dipendenti dello Stato, componenti di enti ed organismi.



PENSIONI
Viene anticipato dal 2020 al 2015 il progressivo innalzamento a 65 anni (entro il 2027) dell'età pensionabile delle donne nel settore privato. Nessuna misura, invece, contrariamente a quanto anticipato, sulle pensioni di anzianità.

SCUOLA
Il comunicato finale del governo spiega che "per far fronte alle esigenze della scuola, nell'imminenza dell'avvio del nuovo anno scolastico, su proposta dei ministri Brunetta e Tremonti, è stato inoltre approvato un decreto presidenziale che autorizza per il solo anno 2011-2012 il trattenimento in servizio di 414 dirigenti scolastici; il decreto, altresì, prende atto di quanto definito dalla programmazione triennale delle assunzioni nella scuola, autorizzando l'assunzione a tempo indeterminato di 30.300 Unità di personale docente ed educativo e di 36.000 Unità di personale amministrativo, tecnico ed ausiliario".

STOP PONTI, FESTE SPOSTATE AL LUNEDI'
Le festività infrasettimanali "non concordatarie" verranno spostate al lunedì. "Come avviene in tutta Europa", ha confermato il ministro dell'Economia.

DEROGA CONTRATTI NAZIONALI
Nella manovra c'è anche l'estensione 'erga omnes' dei contratti aziendali che potranno così derogare a quelli nazionali e a parte dello Statuto dei lavoratori. Non sarebbe più prevista la delega per lo statuto dei lavori e in particolare diventerebbe più facile licenziare i lavoratori con contratti a tempo indeterminato. La misura è stata spiegato così dal ministro Sacconi: "Le norme approvate in materia di lavoro contengono il cuore dello Statuto dei lavori in quanto attribuiscono ai contratti aziendali o territoriali la capacità di regolare tutto ciò che attiene all'organizzazione del lavoro e della produzione anche in deroga ai contratti collettivi e alle disposizioni di legge quando non attengano ai diritti fondamentali nel lavoro che in quanto tali sono inderogabili e universali". In concreto significa, ad esempio, che sono "efficaci nei confronti di tutto il personale" anche le norme contenuto nell'accordo firmato da Fiat per Pomigliano e Mirafiori con il no della Fiom-Cgil.



ROBIN HOOD TAX
Nella manovra c'è anche una "Robin Hood tax per il settore energetico". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in conferenza stampa a Palazzo Chigi senza specificarne meglio i contenuti.

SENZA SCONTRINO RISCHIO CHIUSURA
Tracciabilità di tutte le transazioni superiori ai 2.500 euro con comunicazione all'Agenzia delle entrate delle operazioni per le quali è prevista l'applicazione dell'Iva. E' quanto prevede la bozza di manovra che sarà discussa nel corso del Consiglio dei ministri di stasera, nella parte relativa al cosiddetto 'spesometro', già in vigore. E' inoltre previsto l'inasprimento delle sanzioni, fino alla sospensione dell'attività, per la mancata emissione di fatture o scontrini fiscali.

GIOCHI E TABACCO
Il comunicato finale di Palazzo Chigi parla genereciamente di "misure in materia di giochi ed accise sul fumo".

CONTRIBUTO SOLIDARIETA'
Contributo di solidarietà a due vie per i lavoratori dipendenti e per gli autonomi. Per i dipendenti del settore privato è previsto un prelievo del 5% per la parte del reddito eccedente i 90mila euro e del 10% per la parte eccedente i 150mila euro. Per i lavoratori autonomi l'addizionale scatta invece a partire dall'aliquota del 41% che si applica ai redditi superiori a 55mila euro. La misura, al momento sperimentale, ma potrebbe diventare permanente. "Un prelievo di solidarietà per i redditi un po' più elevati che allinea quanto fatto nel settore del pubblico impiego", ha chiarito Tremonti.

NIENTE MISURE SU IVA, IMMOBILI E PATRIMONI
Nella bozza di manovra che entrerà in Consiglio dei ministri non appare l'aumento dell'Iva. Anzi l'ipotesi sarebbe accantonata. Salterebbe anche qualunque intervento sugli immobili e i patrimoni mobiliari.

NIENTE TAGLI A STIPENDI
Il documento non contierrebbe la riduzione degli stipendi dei dipendenti pubblici.

RENDITE FINANZIARIE
Aumento al 20% della tassazione su tutte le rendite finanziarie, esclusi gli interessi dei titoli di stato che restano al 12,5%. Questa misura è stata confermata dal ministro Tremonti.

PRIVATIZZAZIONI
Nella manovra è stato inserito anche un meccanismo "molto efficace" per la privatizzazione dei servizi pubblici. Lo ha detto il ministro Tremonti spiegando che il sistema consentirà alle amministrazioni che procederanno alle privatizzazione di sbloccare risorse per gli investimenti. "Un meccanismo molto efficace - lo ha definito il ministro - per i servizi pubblici: se smobilizzi puoi fare investimenti".

MINISTERI
Previsto un taglio di 6 miliardi di euro nel 2012 e 2,5 nel 2013.

ENTI LOCALI
Verranno ridotti 6 miliardi di trasferimenti nel 2012 e 3,5 nel 2013. Per le regioni il peso della riduzione dei fondi è pari a 1 miliardo di euro. La sanità non verrà toccata.

PERDITE
Riduzione per le società al 62,5% della possibilità di abbattimento delle perdite.

RINNOVABILI
Torna l'ipotesi del taglio del 30% degli incentivi. Non potranno essere superiori alla media di quelli erogati negli altri Paesi d'Europa. Ma stando ad altre fonti il punto in un secondo momento sarebbe stato stralciato.



MERCATO ELETTRICO
L'ipotesi è quella della divisione in tre macrozone (Nord, Centro, Sud).

SERVIZI PUBBLICI LOCALI
Si punta alla liberalizzazione e verranno incentivate le privatizzazioni.

FONDI FAS
Saranno anticipate di un anno le riduzioni del Fas, il Fondo per le aree sottoutilizzate.


DELEGA FISCALE
"Noi chiediamo al Parlamento la delega per la riforma assistenziale e fiscale non più sul 2012 ma sul 2011 e nel corso del 2012 pensiamo di ottenere risparmi assolutamente realizzAbili per 4 miliardi. Nel caso non fosse possibile realizzare quell'obiettivo la garanzia di salvaguardia e una corrispondente riduzione di regime di tax expenditure". Lo ha detto il ministro dell'economia, Giulio tremonti al termine del Cdm.


ACCORPAMENTO PER 1500 COMUNI
Sono circa 1.500 i comuni per i quali sarà reso obbligatorio l'accorpamento, in base ai criteri previsti dalla manovra. Si tratta dei comuni sotto i 1000 abitanti.

VIA PROVINCE SOTTO 300 MILA ABITANTI
Dalle prossime elezioni è prevista la soppressione delle Provincie sotto i 300.000 abitanti. I capoluoghi interessanti dal provvedimento, stando a una verifica informale, sarebbero i seguenti:
Ascoli Piceno, Asti, Belluno, Benevento, Biella, Caltanissetta, Campobasso, Carbonia-Iglesias, Crotone, Enna, Fermo, Gorizia, Grosseto, Imperia, Isernia, La Spezia, Lodi, Massa Carrara, Matera, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia Tempio, Oristano, Piacenza, Pistoia, Prato, Rieti, Rovigo, Savona, Siena, Sondrio, Terni, Trieste, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Vibo ValentiaResta da capire la sorte di Aosta, provincia con meno di 300 mila abitanti ma di una regione a Statuto speciale. 



Fonte: http://www.repubblica.it/economia/2011/08/12/news/contenuto_manovra-20377804/?ref=HREA-1

venerdì 12 agosto 2011

Gilberto Gil - Kaya N' Gan Daya

Altro che crisi, a Chiuduno (Bergamo) il sindaco leghista si triplica lo stipendio


Che i leghisti predichino bene e razzolino malissimo è storia nota; del resto sono gli stessi che da oltre un ventennio attingono a piene mani privilegi, vitalizi e stipendi dalla greppia di quella stessa “Roma ladrona” che dicono di  diprezzare tanto. Ma a Chiuduno, paese di 5000 abitanti nel bergamasco, si sono superati: in barba alla crisi e al tanto declamato rigore sui costi della politica hanno aumentato (anzi triplicato) le indennità di carica (gli stipendi) della nuova amministrazione targata Lega tagliando a servizi sociali e cultura.
A sollevare la polemica, gli esponenti della lista civica «Insieme per Chiuduno», che ha governato il paese dal 2006 fino alle ultime elezioni di maggio. L’ex sindaco Mauro Cinquini e i suoi colleghi di lista confrontano i costi annui dell’attuale Giunta, guidata da Stefano Locatelli, e quelli della loro amministrazione: «Facendo una stima, Locatelli e i suoi assessori costeranno al Comune in un anno circa 78.000 euro – spiega Cinquini –, mentre noi per i 12 mesi del 2011 saremmo costati solo 25.000 euro». Aumentato di tre volte, appunto.
Accuse pesanti, confortate da tabelle  che il sindaco Locatelli non ha smentito. “La nostra amministrazione costerà di più, è vero – afferma, ma tale aumento è dovuto alla differente tipologia di lavoratori che compongono la mia Giunta: gli assessori di Cinquini erano quasi tutti lavoratori dipendenti e come tali percepivano la metà dell’indennità prevista, in quanto aventi diritto a 
permessi lavorativi.”


Il commento a caldo:Pota!

Randy Supereroe

Respect the Meat

No Comment

"Sinfonia della Distruzione"

Prendete un uomo mortale,
E mettetelo sotto controllo
Guardatelo diventare un dio
Guardate le teste della gente rotolare...

Proprio come il pifferaio magico
che porta i ratti per le strade
Noi balliamo come le marionette
Ondeggiando con la Sinfonia della Distruzione...

Agendo come un robot
Il suo cervello metallico e’ corroso
Prova a sentire il suo polso
Prima che la testa esploda...

La Terra iniziera’ a rombo!
La caduta delle Potenze Mondiali 
Allarme nei cieli
Un uomo pacifico si erge
Alto ...

Proprio come il pifferaio magico
che porta i ratti per le strade
Noi balliamo come le marionette
Ondeggiando con la Sinfonia della Distruzione.


giovedì 11 agosto 2011

RAPIMENTO FAMIGLIA McPHERSON

Beppe Grillo e la FIAT

Il piu' grosso problema di Rocco Siffredi

Lo sguardo tedesco sull'Italia


BERLINO. “Ciao bella! Il tramonto del Paese piu' incantevole del mondo”. Così l’autorevole settimanale tedesco Der Spiegelha titolato la copertina di una sua recentissima edizione, dedicandola interamente alla crisi della nostra Italia. Una crisi che e' soprattutto economica, ma non solo: perché il caso italiano ha attirato l’attenzione della stampa internazionale alla luce del recente attacco della speculazione, ma la sua malattia è molto più profonda.
Ed e' così che Der Spiegel traccia il ritratto di un Paese paralizzato a livello politico, economico e culturale, che fa fatica ad affermarsi nell’economia globale nonostante la sua presenza nell’olimpo dei Paesi più industrializzati. Un’immagine già di per se' triste, costantentemente schiacciata a livello internazionale dagli ingombranti problemi personali della sua classe dirigente.
Tanto per cominciare, Der Spiegel cita il Forum Economico Mondiale di Ginevra, che ha definito l’Italia “un grosso intralcio” allo sviluppo; un’inefficiente burocrazia statale, un sistema tributario corruttibile, infrastrutture insufficienti e un fiacco sistema di prestiti sono alla base della sua debolezza. Il bilancio 2010 della Banca d’Italia ha rivelato un livello di economia pari a 25 anni fa. Nel 2009 il volume del sistema produttivo si è contratto del 5%, mentre nel 2010 ha superato di poco la parità.
Tra il 2008 e il 2009 sono stati cancellati 560mila posti di lavoro; il debito pubblico ha raggiunto i 1.843 miliardi di euro, più del doppio di quelli di Grecia, Irlanda e Portogallo e nel 2011 raggiungerà con ogni probabilità il 120% del Prodotto interno lordo (Pil). E, dulcis in fundo, solo il 27,5% dei cittadini italiani sostiene l’attuale Governo, ma la forza di cambiare davvero sembra scemare.
È da vent’anni a questa parte che l’Italia perde progressivamente di credibilità sotto ogni punto di vista, e questo non è un mistero. Per il settimanale tedesco il verdetto decisivo in questo senso è arrivato settimana scorsa dai mercati: citando il Financial Times, Der Spiegel scrive che la finanza non dà più credito al Governo italiano perché la sua politica crea insicurezza negli investitori. E anche ora che la manovra per la riduzione del deficit è passata e il vertice europeo di giovedì a Bruxelles sembra aver rassicurato i mercati (tra cui anche Piazza Affari che ha ripreso istericamente colore), il pericolo finanziario non sembra del tutto scongiurato.
Perché in realtà le basi su cui poggia il piano di risparmio da oltre 70 miliardi del Governo italiano lasciano aperti spiragli di insicurezza, suggerisce Der Spiegel. “Tra questo e il prossimo anno si prevede di risparmiare 9 miliardi di euro, solo l’11% del traguardo finale”, si legge nel lungo servizio, 10 pagine che sembrano non finire mai, “nel 2013 ci saranno poi le elezioni e la sopravvivenza della manovra alla campagna elettorale è tutt’altro che sicura”. In pratica, i veri sacrifici sono rimandati a una prossima legislatura: poco probabile che l’Italia stia recuperando la sua attendibilità di fronte ai mercati per la serietà del suo programma di risparmio.
“Di quell’Italia degli anni ’70 e ’80 che l’Europa tutta guardava con speranza, simpatia e forse una punta di invidia rimane sempre meno”, prende atto Der Spiegel, e introduce la sua analisi della nostra società dal punto di vista dei costumi e della cultura. E si parte dal ruolo fisso delle donne nella televisione, che si riduce al mero, inconsapevole “sculettare”, passando per gli “orgogliosi comuni del Nord Italia”, trasformatisi nella “roccaforte xenofoba della Lega Nord”, e per Cinecittà, ormai leggenda nella memoria tedesca, che affonda facendo spazio “all’impero del cattivo gusto”.
Inutile aggiungere che, ancora una volta, al centro del servizio di Der Spiegel c’è il premier Silvio Berlusconi: dai processi in corso al Rubygate, dalla nascita del suo impero mediatico agli interventi sulle leggi italiane che gli garantiscono la sopravvivenza politica ed economica, senza tralasciare i recenti diverbi con il ministro delle Finanze Giulio Tremonti e i provvedimenti per circoscrivere la libertà dei giudici. Nessun particolare è risparmiato all’Italia e alla sua politica, definita da Der Spiegel la “democrazia dell’intrattenimento”, perché l’Europa è preoccupata e osserva.
Ed è proprio un filosofo friulano, Flores D’Arcais, a dare voce alle inquietudini europee: “Il berlusconismo è la moderna alternativa al fascismo e si fonda sulla legalizzazione dei privilegi, così come sul potere assoluto delle immagini”. Der Spiegel non manca di citare le parole dell'intellettuale, facendo presente che il rischio di contagio per il resto del continente è reale. Berlusconi è deciso a portare a termine la sua legislatura nonostante i vari coinvolgimenti privati, e tutte le capitali europee ne sono sbalordite. Nel resto del mondo i politici si dimettono per una tesi copiata o per una relazione clandestina con stagiste: ai più viene difficile capire la mentalità italiana fino in fondo. Perché nulla cambia.
L’Europa non crede più all’Italia e i segnali sono chiari. È difficile accettare il quadro che la stampa internazionale traccia della nostra società, eppure è giusto prenderne atto. Forse preferiremmo non doverci confrontare continuamente con il romanzo dei problemi privati della nostra classe politica, ma come possiamo aspettarci che il mondo faccia finta di niente quando il nostro rapporto con la politica si riduce a questo, a una lotta quotidiana con le loro complicazioni private? La difficoltà maggiore è quella di dimostrare agli stranieri che noi siamo diversi, che la nostra classe politica non ci rappresenta. Anche se è arduo sconfiggere i pregiudizi, almeno quanto il malgoverno.
Il commento a caldo: La colpa e la responsabilita' storica ricadra' sugli elettori italiani, che come pecore lobotomizzate hanno consegnato le sorti di tutti noi nelle "mani meno pulite" che ci potessero essere. Io non mi sento italiano! 

Inquietanti somiglianze

lunedì 8 agosto 2011

Il Club Bilderberg


Arriva finalmente anche in Italia il libro che racconta la vera storia del più potente e segreto organo decisionale del mondo: "Il Club Bilderberg – La storia segreta dei padroni del mondo", scritto dal giornalista investigativo spagnolo Daniel Estulin dopo 15 anni di indagini serrate e pericolose. Tradotto in 50 lingue e diffuso in oltre 70 Paesi, è diventato in poco tempo un bestseller internazionale, di cui è prevista a breve la versione cinematografica. 

Il 29 maggio del 1954 presso l’Hotel Bilderberg, a Oosterbeek, una piccola cittadina dei Paesi Bassi, su iniziativa del principe olandese Bernhard e di David Rockefeller, si riunirono le maggiori personalità del mondo politico, economico, industriale e militare; da quel momento, ogni anno, per un fine settimana, questa conferenza si è riunita in gran segreto con lo scopo di dettare le linee guida della globalizzazione e, secondo alcuni, instaurare il Nuovo Ordine Mondiale. Il gruppo include i dirigenti delle istituzioni, delle aziende e delle organizzazioni più influenti del mondo; ne hanno fatto parte, tra gli altri, Bill Clinton, ex Presidente americano, Jean-Claude Trichet, governatore della Banca Centrale Europea, Juan Carlos di Spagna, Filippo del Belgio, Carlo d’Inghilterra, George Soros, Henry Kissinger, i Rothschild, tanto per citarne alcuni, ma la lista include centinaia di altri nomi conosciuti tra cui diverse personalità italiane.

La dettagliata opera di Estulin dimostra come il Club Bilderberg sia stato coinvolto nei maggiori misteri della storia recente, dal Piano Marshall allo scandalo Watergate e come in questa élite emergano le figure chiave dello scacchiere internazionale, presidenti USA, direttori di agenzie come CIA o FBI, vertici delle maggiori testate giornalistiche. Estulin colpisce questa organizzazione proprio dove fa più male: la priva della segretezza, della discrezione e dell’ombra di cui si è sempre servita e di cui necessita per attuare i suoi piani. 

La prova di ciò ce la fornisce lo stesso autore con la frase che fa da intestazione a "Il Club Bilderberg": «Nel 1996 cercarono di uccidermi, nel 1998 di sequestrarmi, nel 1999 di corrompermi, nel 2000 di arrestarmi e l’anno dopo mi offrirono un assegno in bianco se avessi taciuto una volta per tutte». Per fortuna, Estulin non ha mai accettato questo assegno e ci svela tutta la verità su questo occulto gruppo di potere.



Fonte http://www.macrolibrarsi.it/libri/__il-club-bilderberg.php?pn=84

ENERGIA LIBERA

SATIRA CRUDA

AREA EDIFICABILE



venerdì 29 luglio 2011

Corrado Guzzanti

Obama ottimista sul debito statunitense


Obama è ottimista sul pericolo default, anche io sono ottimista...


Che cos'altro abbiamo in comune io ed Obama?


Ad entrambi non frega niente degli Stati Uniti!!!

Test d'italiano ed educazione civica: ecco il permesso a punti per immigrati


Carta di soggiorno a chi ne raggiunge 30, espulso chi scende a zero. Al via da oggi per i nuovi ingressi. Maroni: serve a responsabilizzare gli stranieri.





In due anni dovranno imparare come funzionano il Parlamento e il governo, cosa dice la Costituzione, come si usa un congiuntivo, quali sono le regole civiche del nostro Paese. Dopodiché gli stranieri regolari che hanno chiesto il permesso di soggiorno faranno la conta dei crediti acquisiti. Una sorta di "pagella dell'immigrato". Con almeno trenta punti, saranno promossi e otterranno di fatto la carta di soggiorno. Con meno di trenta crediti, ma più di sedici, saranno "rimandati" e avranno un anno di tempo per recuperare. Con zero punti o meno, risultato a cui si arriva ad esempio con una condanna penale, scatta la bocciatura, che significa espulsione immediata.

Questo stabilisce l'"Accordo di integrazione tra lo straniero e lo stato", introdotto col pacchetto sicurezza Maroni nel 2009 e approvato ieri dal Consiglio dei Ministri. E' rivolto a tutti gli stranieri non clandestini dai 16 anni in su che entrano per la prima volta in Italia, chiedendo un permesso di soggiorno superiore a un anno. Si stipula in automatico al momento della presentazione della domanda, allo sportello unico della prefettura o in questura. In pratica lo Stato chiede agli immigrati di studiare, per acquisire conoscenze di base della lingua italiana parlata, della cultura civica e della vita civile, delle istituzioni pubbliche, con particolare attenzione alla sanità, alla scuola, al lavoro e agli obblighi fiscali. Il governo farà la sua parte organizzando corsi gratuiti di cinque-dieci ore entro tre mesi dalla stipula dell'accordo. Previsti anche test di verifica finali.
Il perno del nuovo sistema è la "pagella". Tutti partono con una dote iniziale di 16 punti. Si aumentano frequentando i corsi gratuiti, ma anche con l'iscrizione al sistema sanitario nazionale (4 punti), dimostrando di avere un'attività commerciale (4 punti) o una casa (fino a 12 punti), di conoscere bene l'italiano (fino a 30 punti) o di essere in possesso di un titolo di studio (da 4 crediti per la licenza media fino a un massimo di 64 per un dottorato di ricerca). I punti però possono essere decurtati "se lo straniero subisce una condanna penale anche non definitiva - ha spiegato il ministro dell'Interno Maroni, ideatore dell'accordo - oppure se commette gravi illeciti amministrativi o tributari". Un mese prima della scadenza del biennio formativo c'è la verifica: con trenta o più crediti, viene concesso il permesso di soggiorno. I più meritevoli otterranno corsi "premio" aggiuntivi. Da 16 a 30 punti l'accordo viene prorogato di un anno per dare la possibilità di raggiungere la "promozione". Per chi ha punti inferiori o pari a zero, invece, non c'è scelta: bocciatura, quindi espulsione. Lo stesso avviene in caso di inadempienza dell'obbligo scolastico da parte dei figli minori.
"Non è uno strumento punitivo - ha voluto precisare Sacconi, ministro del Welfare - accompagna lo straniero verso un percorso d'integrazione". Il permesso di soggiorno a punti, in uso in Canada e altri paesi anglosassoni - è stato contestato dall'opposizione "perché - ha detto Livia Turco, responsabile Immigrazione del partito democratico - bisogna prima garantire tempi certi per i rinnovi dei permessi e corsi di lingua e cultura forniti dalla scuola pubblica".  

larepubblica.it
http://www.repubblica.it/cronaca/2011/07/29/news/test_d_italiano_ed_educazione_civica_ecco_il_permesso_a_punti_per_immigrati-19755918/?rss

Il commento a caldo:  Patetici, ipocriti, poveri e mediocri cittadini del bel paese , se lo facessero a voi il test sull'italiano... sai che risate!
Politici e giornalisti senza più il permesso di soggiorno... Tutti i ragazzi della generazione dell' SMS, quelli nati dopo il 1990, espulsi definitivamente dalla penisola di Dante e di Virgilio... come scenderebbe la densità della popolazione!!!

martedì 26 luglio 2011

Se questo è un uomo...

Borghezio l'ariano.

Il leghista difende Breivik, ma anche il Carroccio lo scarica.

Questa volta la sparata di Mario Borghezio si è trasformata da semplice boutade a choc politico: «Le idee di Breivik sono condivisibili. Alcune buone, altre ottime», ha detto in sintesi l'europarlamentare leghista sul killer neonazista autore delle stragi di Oslo e Utoya, in Norvegia.
L'INDIGNAZIONE BIPARTISAN. Dichiarazioni che hanno provocato la netta condanna da parte di tutto il panorama politico italiano.
Se dal centrosinistra si è parlato di «dimissioni» e di frasi «da ricovero», persino i colleghi di partito della Lega Nord hanno preso le distanze: «Ci dissociamo, sono farneticazioni».
E così anche big Mario si è
 ritrovato solo.
NO COMMENT!

sabato 30 aprile 2011

Bohemian Rhapsody

Gheddafi, con Italia e' guerra aperta

ANSA Tra noi e l'Italia ora ''e' guerra aperta'': l'Italia ''ha ucciso i nostri figli nel 1911, all'epoca della colonizzazione, e ora lo fa di nuovo nel 2011''.

E' uno dei passaggi del discorso di stamani del leader libico Muammar Gheddafi alla tv di Stato nel quale ha denunciato la decisione del governo Berlusconi di dare il via libera ai raid italiani sulla Libia.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2011/04/30/visualizza_new.html_895819872.html
LaCrudaRealta' e' che l'Italia, in politica estera, non poteva fare peggio, ancora una volta...

Referendum sulla Democrazia

sabato 23 aprile 2011

Quarto Conto Energia: è braccio di ferro tra le regioni



Siamo al braccio di ferro politico.
Purtroppo. 

Ed a farne le spese, sono i lavoratori del fotovoltaico
Da un lato, PiemonteLombardiaLazio e Sicilia pronte a firmare la bozza del decreto del Quarto Conto Energia.
Ovviamente, aggiungo io.

E, dall'altro, ToscanaEmilia Romagna ed Umbria decisamente contrarie. 
A tal punto da far slittare al 28 aprile l'approvazione da parte della Conferenza Unificata
Diplomaticamente assente il Veneto
Insomma, il muro contro muro che da anni soffoca la vita politica italiana, condiziona pesantemente anche il futuro del fotovoltaico italiano.

da paroleverdi.blogosfere.it 
di Mario Delfino

Il commento a caldo:
"La comunità politica migliore è formata da cittadini della classe media." Aristotele, (384-322 a.C.), filosofo greco.

Introduzione alla Permacultura