lunedì 28 febbraio 2011

USA e Cina al mercato delle armi

Da Altrenotizie.org, articolo di Mazzetta

I militari americani e le aziende che li riforniscono del necessario hanno seri problemi nel mantenere i loro budget ai livelli stratosferici raggiunti durante l'amministrazione Bush. La realtà sul campo rende evidente che gli Stati Uniti non hanno bisogno di grandi e sofisticati sistemi d'arma in teatri come l'Iraq o l'Afghanistan, dove i militari si sono innamorati dei droni che hanno il terribile difetto di costare poco in confronto a un moderno aereo multiruolo o a navi che sembrano uscite dai fumetti.
Molti sistemi d'arma possono essere giustificati solo con la presenza di una minaccia bellico-tecnologica adeguata e quella “islamica” proprio non è sufficiente a giustificare le spese stellari in certi casi. I paesi islamici più dotati militarmente hanno armi fornite dagli USA e il povero Iran è del tutto privo di aviazione militare e di una marina da guerra minimamente credibile, quanto le sue sopravvalutate capacità missilistiche non riescono a giustificare la costruzione di uno scudo che protegga l'Europa da vettori persiani.
Non si possono giustificare gli investimenti in aerei da combattimento quando la supremazia aerea è già incontrastata e nulla, nemmeno nell'orizzonte di decenni, sembra insidiarla. Non si possono chiedere navi fantascientifiche quando già non esistono marine da guerra capaci di mettere indubbio il dominio assoluto di tutti i mari. Le marine da guerra più capaci hanno qualche decina di navi da guerra, gli Stati Uniti ne possiedono centinaia, tra le quali le più grandi e le più potenti di ogni classe.
Così non resta che la minaccia cinese. E se i cinesi non sono militarmente credibili per il ruolo, si può sempre contare sulla diffusa percezione del grande avanzamento e della grande espansione commerciale della Cina tra le opinioni pubbliche occidentali e collegarla a un'analoga volontà d'espansione militare. La costruzione della “minaccia cinese” intesa come minaccia commerciale, del tutto simile alla vecchia “minaccia giapponese” degli anni '80 che ci avvertiva che i giapponesi ci avrebbero comprati tutti, è già in marcia da tempo.
Un esempio di quest’approccio si ritrova nella ricorrente accusa di voler colonizzare l'Africa, scaturita dal grande successo dei cinesi nel continente, ma del tutto priva di fondamento visto che i cinesi non mandano soldati in Africa e non sembrano ingerire negli affari dei terrificanti governi africani, per lo più al potere con il sostegno di quelli occidentali di riferimento.
I cinesi investono poco in armi, il loro budget aumenta nel tempo, ma sono inferiori a quelle dell'India e rappresentano solo una frazione della spesa corrente americana; qualche decina di miliardi di dollari all'anno contro le centinaia degli statunitensi, al netto delle spese per le guerre in corso.
I cinesi tra un po' avranno la loro prima portaerei, a gasolio. Inutile dire che non è paragonabile a quelle americane a propulsione nucleare, così come i “moderni” sottomarini a gasolio che hanno comprato dalla Germania hanno poco a che fare con i mostri atomici degli americani o dei russi. I russi, con i quali è tramontata qualsiasi ipotesi di confronto militare, sono ancora l'avversario più dotato, ma molto più lontano di un tempo dalle dotazioni americane.
I russi vendono ai cinesi aerei e motori già vecchi in confronto a quelli americani, i cinesi ci lavorano su e appena presentano un aereo modesto che entrerà in produzione tra qualche anno, ne parlano tutti i giornali del mondo. L'aviazione cinese ha le sue armi più terribili negli aerei russi, ma manca ad esempio della capacità di agire a lungo raggio perché non ha mezzi per il rifornimento in volo e negli ultimi anni non ha comprato dai russi a causa di un contenzioso su una vecchia fornitura che i cinesi hanno contestato.
Anche il lancio di un missile cinese contro un satellite ha destato grande scalpore, ma poi sono gli stessi americani a dire che una cosa è colpire un bersaglio fermo e un'altra un satellite che può essere spostato senza troppi patemi in caso d'attacco. Pare che lo stato dell'arte non lo consenta nemmeno agli americani.
Ma tutto ciò importa poco; a Washington giungono di continuo rapporti che raccontano del timore dei cari alleati alla vista dell'aumento delle spese militari cinesi e vanno ad auto-alimentare un circuito poco virtuoso destinato a tener desta l'attenzione anche di questi fantastici stati-cliente ai quali gli Stati Uniti vendono di tutto. Giappone, Corea, India, Australia, Indonesia e altri fino al Pakistan sono armati dagli USA per “contenere” la Cina, circondandola con armi che per i cinesi sono ancora fantascienza.
Purtroppo per i volenterosi lobbysti e per i generali che poi entreranno nei consigli di amministrazione delle aziende che li pagano, c'è la crisi. Sono finiti i tempi nei quali Bush, in nome della guerra santa, poteva spendere quel che voleva e provare persino la grande truffa dell'ombrello antimissile. Nemmeno con la minaccia cinese riescono però a mantenere i vecchi livelli di spesa, ma forse è già un successo il riuscire a limitare un'inversione di tendenza inevitabile quanto per ora modesta.
Senza neppure la minaccia cinese gli americani potrebbero permettersi, per qualche anno almeno, di non spendere un dollaro in molti sistemi d'arma, senza alcun indebolimento della loro supremazia militare su ogni teatro.
Il commento a caldo:
The American Nightmare.

REPORT: TERRORISMO MADE IN USA





Polizia israeliana rapisce un bambino palestinese

Travaglio è un estimatore della superiorità israeliana, se non sbaglio. 
http://www.youtube.com/watch?v=Qk7MgswdqjU&feature=related










    

    

Una settimanella buona (ma neanche tanto)

dalla Redazione Il Fatto Quotidiano
 

Sabato 19 febbraio

- Dal teatro di Sanremo a villa San Martino: questo è un paese per vecchioni.

- Oggi Berlusconi ha attaccato la Consulta. Domani riposo. Lunedì toccherà alla Bocassini. Martedì a Floris. Mercoledì a Fini. Giovedì a Santoro. Venerdì a Napolitano. Ed è finita un’altra settimana.

- Tranigate. Anche la Procura di Roma vuole procedere contro il Premier per concussione. Però adesso non è che a ogni reato di Berlusconi possiamo fargli il processo. Ci credo che poi si intasano i Tribunali!

Domenica 20 febbraio- Gheddafi soffoca le proteste nel sangue. Ecco, adesso Berlusconi può chiamarlo.

- Caso Ruby. Napolitano confida nello stato di diritto; Berlusconi nel rovescio dello stato.

- La RAI pensa già a un Morandi-bis. Ma Benigni sarà chiamato a fare l’esegesi di “Meno male che Silvio c’è”.


Lunedì 21 febbraio
- Frattini: “L’Europa non deve esportare la democrazia”. E che altro c’è rimasto? Fanno tutto i Cinesi!

- Sui temi etici Berlusconi terrà conto delle indicazioni ecclesiastiche. Libera Chiesa in lubrico Stato.

- Tariffe alle stelle negli alberghi romani per l’ostensione di Giovanni Paolo II. Alla fine Wojtyla sarà l’unico che riposerà in pace.

Martedì 22 febbraio

- Berlusconi finalmente si decide a telefonare a Gheddafi. E’ tutto a posto: il Colonnello sta bene e si diverte.

- Sembra che la Lega voglia lasciare il Cavaliere per un governo di transizione presieduto dal Ministro dell’Interno. La solita rottura di Maroni.

- Dal PdL alcuni si chiedono a che titolo Saviano possa esprimersi sul testamento biologico. E se non ce l’ha lui il problema del fine-vita!?


Mercoledì 23 febbraio

- Malta respinge l’aereo con a bordo la figlia di Gheddafi. Hanno fatto bene. Guarda noi che casino per la nipote di Mubarak!

- Apicella annulla il suo concerto di Milano: in prevendita era stato acquistato un solo biglietto. E soltanto per nasconderci dentro una banconota da 500.

- Pechino stabilisce per legge che la reincarnazione del Dalai Lama debba nascere in Cina. Che è un po’ una buddhanata.

Giovedì 24 febbraio

- Gheddafi è assediato. Chissà se Berlusconi gli copierà anche l’idea del bunker-bunker.

- Obama è intenzionato a far sì che si sposino anche i gay. Giusto! Basta con questi privilegi.

- Meteo. Sono in arrivo dalla Scandinavia forti correnti di aria fredda. Bossi propone di mandarle tutte in Germania.

Venerdì 25 febbraio

- Di Pietro paragona Berlusconi a Gheddafi. Ora, io capisco che tutti e due minacciano i propri oppositori, vedono complotti dove non ce ne sono, controllano l’informazione, si circondano di belle ragazze, fanno della propria persona un culto, compaiono a sorpesa in tv, mandano sms ai cittadini, non vogliono mollare il potere e sono anche amici, però Berlusconi, se lo guardi bene bene, è leggermente più basso.


- La Russa non si presenta al vertice Nato su Gheddafi pur di votare la fiducia alla Camera. Ci sono momenti nella vita in cui sai di poterne salvare solo uno.

- Anche i finiani scenderanno in piazza il 12 marzo per difendere la Costituzione. Be’, fanno sempre comodo quattro persone in più.
di Dario Vergassola e Marco Melloni

Afghanistan: gravi i 4 italiani feriti


Il militare che ha perso la vita e' il tenente Massimo Ranzani



ANSA - E' il tenente Massimo Ranzani il militare deceduto nell'esplosione che ha investito un Lince nei pressi di Shindand. Sono invece 'gravemente feriti' gli altri quattro militari italiani, tutti del 5/o reggimento alpini di Vipiteno. I militari sono stati evacuati presso l'ospedale militare (Role 2) della base 'Shaft' di Shindand, sede del comando della Task force centre. L'esplosione ha colpito il terzo mezzo di una pattuglia che rientrava da un'attivita' di assistenza medica.
Il commento a caldo:
Vittime della loro stessa fede nel Sistema Monetario. Si, è per questo che i soldati moderni vanno in guerra! 

OSCAR, Domina 'Il discorso del Re'

ANSA, di Andrea Carugati 

LOS ANGELES - Alla ottantatresima edizione degli Oscar, condotta brillantemente da James Franco e Anne Hathaway ha trionfato Il discorso del Re,  che ha vinto quattro tra gli Oscar più importanti. Miglior film, migliore attore protagonista, migliore sceneggiatura e migliore regista, categoria che torna in mano a un uomo dopo che lo scorso anno il prestigioso premio era andato a Kathryn Bigelow , per The Hurt Locker: i membri dell'Academy  quest'anno lo hanno  invece assegnato a Tom Hooper, per il Discorso del Re. 

A bocca asciutta invece il favorito David Fincher per 'The Social Network' e Joel e Ethan Coen, che con il loro Il Grinta non hanno portato a casa nemmeno una statuetta. Non meglio è andata a David O'Russel e Darren Aronofosky, regista di Black Swan, film che ha vinto una sola statuetta, quella per la migliore attrice protagonista a Natalie Portman. Commossa, l'attrice nata a Gerusalemme ha ringraziato i genitori e  e icolleghi, in uno dei tanti discorsi senza acuti pronunciati sul palco del Kodak Theatre. 
Tutto come previsto anche per quanto riguarda la categoria del migliore attore protagonista che ha visto la vittoria di Colin Firth, per la sua regale interpretazione ne Il discorso del re, una vittoria annunciata.   A  coronare il successo de Il discorso del Re poi l'Oscar per la migliore sceneggiatura originale  che è andato a David Seidler, alla sua prima vittoria,  che, a 73 anni, lo ha reso l'autore più anziano a ricevere questo premio  nella storia degli Oscar.  L'Oscar per migliore attrice non protagonista è stato annunciato da  uno scatenato Kirk Douglas, ed è andato a  Melissa Leo, per The Fighter.   Nella stessa categoria al maschile, annunciato da Reese Witherspoon, ha vinto invece  Christian Bale, sempre per The Fighter. L'attore, noto per le sue capacità artistiche,  ma anche per il suo carattere spigoloso.
Tra i film  più premiati, ben quattro le statuette, anche se solo in categorie tecniche, sono andate a 'Inception' di Christopher Nolan,: migliore fotografia, migliori effetti speciali, migliore montaggio dei suoni e migliore  mixaggio dei suoni. 'The Social Network',  si è aggiudicato tre Oscar, tra cui  quello per il migliore montaggio, per la migliore colonna sonora e il premio come migliore sceneggiatura non originale con Aaron Sorkin, che ha sottolineato quanto strumenti come Facebook siano stati fondamentali nelle recenti insurrezioni popolari viste in Nord Africa.
Anche Alice in Wonderland si è aggiudicato due Oscar, direzione artistica e costumi andata a Colleen Atwood. Nella sua categoria, unica speranza italiana di vittoria, concorreva anche Antonella Cannarozzi, per “Io sono L'amore”, di Luca Guadagnino.    Interrotta la corsa dell'Italia ancora prima delle nomination finali,  dove "La prima cosa bellà, come capita ormai sovente ai film italiani non è nemmeno arrivato,  il premio per il migliore film straniero è andato a  In un mondo migliore, che ha portato il terzo Oscar della storia al cinema danese.   
Unico momento che riporta al tricolore, durante l'omaggio ai protagonisti del mondo del cinema scomparsi nell'ultimo anno,  Celine Dion sul palco a cantare, le immagini che scorrono alle sue spalle e tra esse quelle di  Mario Monicelli e Dino De Laurentiis, considerati miti anche e soprattutto da questa parte dell'Oceano.  Per quanto riguarda i film d'animazione i novemila giurati dell'Academy hanno pienamente rispettato i pronostici, assegnando l'Oscar a Toy Story 3, confermando la supremazia della Disney e assegnando alla pellicola anche l'Oscar per la migliore canzone originale "We belong together" Da qualche stagione a questa parte, dalla  vittoria di Michael Moore con il suo Bowling for Columbine, la categoria riservata ai documentari ha acquisito un'importanza speciale.    Ad aggiudicarsi la statua quest' anno è stato 'Inside Job',  incentrato sulla crisi del mercato immobiliare americano e i vizi del sistema finanziario.  "Nessuno dei responsabili è ancora andato in prigione - ha detto il regista - e questo è davvero sbagliato".  In una delle poche dichiarazioni che non siano  state rivolte ad agenti, parenti o avvocati.
Il commento a caldo:
L' Italia, anche quest' anno, tenuta lontana dalle ambite statuette. Quando bruciano ancora le delusioni per "Il Divo" e "Gomorra" ignorati in passato, forse perchè bellissimi e pericolosi, probabilmente anche per l' Academy stessa. 


THE LADY AND THE REAPER, cortometraggio animato, candidato all' Oscar 2010

LIBERA INTERPRETAZIONE

domenica 27 febbraio 2011

ALLUMINIO ALLA CACCIATORA!

Libia: Usa, pronti ad aiutare oppositori

Per il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, Gheddafi deve andarsene.



ANSA - Gli Usa sono 'pronti ad aiutare' gli oppositori del colonnello Muammar Gheddafi in Libia: lo ha indicato il segretario di Stato Usa Hillary Clinton. Parlando in viaggio alla volta di Ginevra, la Clinton ha detto: 'Siamo pronti ad offrire qualsiasi forma di aiuto' auspicata da parte degli Stati Uniti. Il segretario di Stato, che domani partecipera' ad una ministeriale Onu sui Diritti Umani, ha ribadito che Gheddafi deve andarsene: 'dobbiamo innanzi tutto vedere la fine del suo regime'.

Il commento a caldo:
A quanto pare gli USA si preparano ad una nuova guerra-business. Dopo tutto diventare sempre più potenti è o non è il sogno americano ?

Affittopoli alla milanese, dopo la Baggina adesso spuntano le case popolari


Dal Fatto Quotidiano, di Davide Milosa


Berlusconi un canone mensile di 260 euro in 


pieno centro. Spunta anche il nome di Pietro 

Cerullo nel cda di Aler ed ex dirigente del Pat. 


Il marito di sua figlia ha un affitto Pat in via 


Santa Marta.

Dopo il Pio Albergo Trivulzio, la casa per anziani Redaelli, quindi l’Aler. E così, tra scambi di favori e di case, il cortocircuito è servito. Ecco cosa succede quando un consigliere del Cda dell’Azienda regionale che si occupa delle case popolari in Lombardia vive in un appartamento della fondazione Golgi-Redaelli. Non solo, ma vista la sua carriera da ex dirigente della Baggina milanese può permettersi di parcheggiare il marito della figlia in una casa del Pat in via Santa Marta 15/17. Un gioiellino da 85 metri quadrati nel pieno centro di Milano che il Trivulzio affitta a poco più di 9mila euro l’anno. La vicenda di Pietro Cerullo, appartamento in via Piatti 8 (185metri quadri per 26mila euro l’anno), allarga così lo scenario e promette nuovi scandali. Non a caso la prossima settimana la finiana Barbara Ciabò, presidente della commissione Casa e Demenio sentirà il presidente di Aler, Loris Zafra. “Anche a lui – anticipa la Ciabò – chiederemo di rendere pubbliche le liste delle case”.


Il commento a caldo:
Ben altre liste bisognerebbe rendere pubbliche.

Sud: 5,5 mld per sviluppo locale in fumo


Studio Bankitalia, fallimento patti territoriali, zero risultati.

ANSA - Una delle piu' importanti operazioni d' intervento pubblico in soccorso delle zone depresse del Paese, in primis del Mezzogiorno, ha fallito, mandando in fumo 5,5 miliardi di euro. E' l'esito dei Patti Territoriali, il programma nato nel 1996 per lo sviluppo delle aree sottoutilizzate, secondo una ricerca della Banca d'Italia. Tra le possibili ragioni dell'insuccesso, “l' intenzione di approfittare dei fondi statali” da parte delle amministrazioni locali, coinvolte in prima linea nel progetto.

Il commento a caldo: 

Qualcosa mi dice che quei 5,5 miliardi, in realtà, da qualche parte, in qualche saccoccia, sono andati.

Armati di buone sanzioni

Dal Fatto Quotidiano, articolo di Giampiero Gramaglia

Bruxelles - Ignazio La Russa, ministro della difesa, un tempo pretoriano di Fini, oggi guardaspalle di Mr B, inciampa nelle parole: ieri ha detto una cosa (quasi) giusta, ma poi s’è corretto ed è venuto fuori un pasticcio. “Il Trattato tra Italia e Libia non c’è più, è già sospeso” afferma a Livorno, dove fa visita ai soldati della Folgore in partenza per l’Afghanistan: e lui, che aveva sempre sostenuto che l’Italia non ha mai fornito armi alla Libia, si ricorda improvvisamente delle motovedette cedute per bloccare i barconi degli emigranti e spiega che “gli uomini della Finanza, che erano sulle motovedette per controllare i libici (senza per altro impedire loro di sparare su un peschereccio di Mazara del Vallo) ora sono nella nostra ambasciata”.
Il commento a caldo:
Il perfetto esempio di non-classe dirigente.n-

Buone notizie: Bondi, vorrei lasciare


Ho già chiesto più volte al presidente del Consiglio di essere 
sostituito. 
Vorrei dimettermi al più presto". Intervistato dal Corriere della 
Sera, il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, afferma di 


voler  "sparire dalla prima linea. Voglio dedicarmi alla mia 


famiglia, alla mia compagna", ma anche "fare il senatore e 


continuare a lavorare a fianco del presidente Berlusconi", spiega il 


coordinatore del PDL, che ha vissuto la mozione di sfiducia "come una lacerazione".
Il commento a caldo:
Il politico è attaccato alla poltrona come un vampiro al moribondo.

Onu e Ue, pronte le sanzioni contro Gheddafi


Dall'embargo sulle armi al divieto di espatrio nei paesi occidentali per i membri della famiglia del Rais. La comunità internazionale sta reagendo alla repressione in Libia. redazione del Fatto Quotidiano


La comunità internazionale si prepara a fare scattare le sanzioni contro Gheddafi e la sua famiglia. La diplomazia si sta muovendo su due fronti paralleli: da una parte le Nazioni Unite, dall’altra l’Unione europea.
LaCrudaRealtà è che gli unici a pagare pesanti sanzioni saranno i civili, come sempre.

sabato 26 febbraio 2011

AL FUEGO!

Ferrara al posto che fu di Biagi.

di Carlo Tecce, Il Fatto Quotidiano

Il titolo conta poco: il Fogliol’ElefantinoRadio Londra. Sarà un programma a soggetto: una telecamera, tre o cinque minuti, tra il telegiornale di Augusto Minzolini e il varietà Affari tuoi. EGiuliano Ferrara farà il suo editoriale quotidiano a milioni di italiani su Rai1. Il direttore del Foglio avrà quel pezzetto di palinsesto che fu del Fatto di Enzo Biagi e che infastidiva così tanto Silvio Berlusconi.
Il commento a caldo:
Ora, quello spazio, infastidirà tutti. Muore di fatto il giornalismo televisivo.

Caso Ruby, nuove carte: “Più troie siamo, più ci vorrà bene”. E alcune fanno il test dell’Hiv

Redazione Il Fatto Quotidiano


Nelle 782 pagine dei pm di Milano le strategie per avere soldi dal premier e le rivendicazioni: "Ho avuto da lui la Smart, voglio la Mini Cooper". Bonifici e versamenti per 400mila euro a 12 di loro.


Più troie siamo e più bene ci vorrà”. Il giorno di Natale, nelle conversazioni via sms tra due ragazze coinvolte nei festini di Arcore, il tema del dibattito è chiaro: trovare il modo per spillare più soldi possibile a Silvio Berlusconi. Essere “disponibili”, per usare un termine meno forte, è la strada considerata migliore, perché “oltre che per le palle bisogna prenderlo per il coso…domani se è aperto vado in un sexy shop”. Ragazze che si augurano di tornare dalle nottate a Villa San Martino “con le tasche piene”, ma che constatano che il premier “sta peggiorando con l’invecchiamento”, e temono “la manina stretta”. Ma non solo. C’è anche chi si preoccupa per la propria salute. E dopo le nottate “allucinanti” vanno a fare il test dell’Hiv e poi si confrontano tra loro: “Tutto a posto? Globuli bianchi a posto, non abbiamo nessun Aids”. C’era qualche dubbio? “Mah sai, quando uno va a letto con 80 donne, non si sa mai”.

Nuove conversazioni, tratte da intercettazioni erano rimaste finora inedite. Ma il solco è sempre lo stesso. Quello tracciato nelle 782 pagine della richiesta di giudizio immediato per il premier, avallate dal Gip di Milano 
Cristina Di Censo. Le novità partono dalle conversazioni tra le ragazze, ma arrivano ai bonifici del ragionier Spinelli: un conto personale di Berlusconi al Monte dei Paschi da cui risultano bonifici per 406mila a 12 ragazze, tra le quali una sola era già emersa nell’indagine. Dall’esame risulterebbero inoltre tre assegni da 100mila euro passati dai conti del premier, attraverso il suo commercialista Giuseppe Spinelli, a Lele Mora, il quale dopo ogni versamento avrebbe a sua volta versato 50mila euro a Emilio Fede.
Il commento a caldo:
Che bella immagine dell'Italia.

Introduzione alla Permacultura